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Che cos'è la sarcopenia?
È una condizione di bassa massa muscolare accompagnata da bassa forza muscolare o bassa capacità di prestazione fisica, caratterizzata da infiltrazione di grasso nel muscolo e modificazioni dei marcatori biologici. È possibile individuare:
- Presarcopenia con perdita di sola massa muscolare
- Sarcopenia con perdita di prestazione fisica e forza
- Sarcopenia grave quando tutti gli aspetti sono presenti
Gli individui sedentari con scarso apporto proteico e di vitamina D affetti da malattie croniche e fumatori sono più esposti al rischio di sarcopenia. L’esordio è nella quarta decade di vita. La perdita di massa muscolare è del 3-5% entro i 50 anni; Successivamente perdita del 1-2% ogni anno; In molti soggetti il patrimonio muscolare viene dimezzato entro i 75 anni di età. La sarcopenia aumenta di 4 volte il rischio di fratture ossee
Interessa quasi esclusivamente le fibre di tipo II (che sviluppano forza), mentre le fibre di tipo I vengono quasi completamente risparmiate. Si ha una perdita numerica delle fibre muscolari con atrofia (riduzione della sezione) delle fibre rimanenti.
Le fibre di tipo I intervengono quando viene richiesto un lavoro di breve durata ad elevato impegno di forza (es: sollevare un peso). Le loro caratteristiche sono:
- Elevato diametro (vanno incontro a ipertrofia)
- Bassa densità capillare
- Elevata presenza di mionuclei
- Bassa capacità ossidativa
- Precoce affaticamento
- Elevata velocità di contrazione/rilasciamento
- Elevata forza sviluppata (4 volte quella di una fibra tipo I)
La sarcopenia è una patologia a se che si differenzia dalla cachessia da malnutrizione e dalla anoressia. Infatti nella sarcopenia non necessariamente si ha una perdita di peso e non si ha perdita di appetito come avviene nella malnutrizione e nella anoressia.
A cosa è dovuta la sarcopenia e cosa indebolisce i muscoli degli anziani
La sarcopenia è una patologia che è dovuta principalmente alla perdita di fibre muscolari che avviene con l’età. Dunque l’anziano è più colpito sotto questo punto di vista, ma in effetti può colpire anche le persone giovani a causa di alimentazione sregolata o diete fatte male e fai da te. In caso colpisca giovani obesi si parla di obesità sarcopenica che è una delle condizioni di difficile dimagrimento e di facile aumento di peso. Le cause sono molteplici. Di seguito elenco quelle più accreditate scientificamente.
Sarcopenia cause metaboliche
Le proteine corporee vengono sintetizzate nella fase post-prandiale e successivamente perse nel corso della fase di post assorbimento. Con la sarcopenia nell anziano si ha una alterazione di questo processo, in cui nella fase post-prandiale si ha una minore capacità d’inibire la scissione delle proteine. In questo caso dunque si assiste ad una minore disponibilità aminoacidica dopo il pasto dovuto ad una maggiore estrazione del fegato e del tubo digerente degli aminoacidi rendendoli meno disponibili a livello muscolare.
Sarcopenia cause infiammatorie
Con l’invecchiamento aumenta la massa grassa e di conseguenza anche le citochine infiammatorie. Questo porta il soggetto anziano ad una infiammazione cronica definita «inflammaging», che inibisce la sintesi proteica muscolare favorendo la sarcopenia e l’infiltrazione di grasso nel muscolo.
Contemporaneamente l’infiammazione cronica accentua l’insulino-resistenza.
Sarcopenia e stress ossidativo
Con l’invecchiamento aumentano i radicali liberi prodotte dai mitocondri che il sistema antiossidante non riesce a compensare. Lo stress ossidativo e la degradazione lipidica danneggiano le fibre muscolari. Le fibre muscolari di tipo I sono quelle più colpite avendo una maggiore densità di mitocondri.
Sarcopenia: cause ormonali
Il muscolo funge anche da un organo endocrino. La massa magra ha effetti significativi sulla salute metabolica in quanto è implicata nella regolazione del glucosio ematico e del controllo lipidico
Nella donna il primo determinante per la perdita di massa muscolare è la perdita di estrogeni con la menopausa, mentre nell’uomo è la diminuzione del testosterone. Contemporaneamente anche GH e IGF-1, ormoni con effetti anabolizzanti diminuiscono del 15% ogni decennio. Questa situazione può portare a sindrome metabolica e insulino-resistenza.
Sarcopenia: cause funzionali
La riduzione dei livelli di attività fisica e l’inattività comune negli anziani aumentano il catabolismo proteico. L’attività fisica sottoforma di carichi e potenza sembra essere il maggiore fattore di protezione per la sarcopenia rallentandone insorgenza ed evoluzione
Come si diagnostica la sarcopenia?
I criteri diagnostici della sarcopenia sono dettati da società scientifiche (EWGSOP) e comprendono 3 caratteristiche:
- Riduzione massa muscolare
- Riduzione forza muscolare
- Riduzione performance fisica
Per la diagnosi necessario criterio 1 + criterio 2 o criterio 3
Per diagnosticare la riduzione di massa muscolare e forza muscolare bisogna recarsi in centri specializzati nutrizionali per la sarcopenia.
Che esami si possono fare per la sarcopenia?
Seguendo i criteri diagnostici ogni punto ha determinati esami specifici per la diagnosi. Vediamoli nello specifico
Misura della massa muscolare
La misura della massa muscolare avviene tramite le seguenti strumentazioni.
- La tomografia computerizzata (TC) e la risonanza magnetica nucleare
- la DXA (Dual Energy X-ray Absorptiometry),
- L’analisi di bioimpedenza o BIA (Bioelectric Impedance Analysis) e l’analisi vettoriale (BIVA)
- Le misure antropometriche
Alcuni centri di eccellenza hanno al loro interno La densitometria con metodologia DXA (Dual energy X-ray Absorptiometry: assorbimento a raggi X a doppia energia ) che è attualmente a livello mondiale: il “gold-standard” nella valutazione della densità ossea per la diagnosi di osteoporosi e il “gold-standard” nella valutazione della composizione corporea per la diagnosi di sarcopenia.
Nel caso in cui non vi sia la possibilità di effettuare la misura della massa muscolare con DXA è possibile utilizzare un altro indice con la impedenziometria, lo Skeletal Muscle Mass Index (SMI) che esprime la massa muscolare (MM), ricavata mediante apposita formula, come percentuale del peso corporeo:
I valori del SMI identificati sono i seguenti:
Uomini:
- Elevato rischio sarcopenia: <8,50 kg/m2
- A rischio sarcopenia: tra 8,51 e 10,75 kg/m2
- Non a rischio sarcopenia: >10,76 kg/m2
Donne:
- Elevato rischio sarcopenia: <5,75 kg/m2
- A rischio sarcopenia: tra 5,76 e 6,75 kg/m2
- Non a rischio sarcopenia: >6,76 kg/m2 88
Riguardo al secondo criterio di diagnosi di sarcopenia, la riduzione della forza muscolare, viene utilizzato uno strumento chiamato Hand Grip Strength o forza della mano massimale.
La forza della mano è la sommatoria della forza di 5 muscoli che esprimono la forza prensile delle dita.
Forza massimale della mano può essere generata da uno specifico muscolo o da un gruppo di muscoli in una singola contrazione (1RM) ed è data da:
- FATTORI NERVOSI ( emotivi, cognitivi , coordinazione intramuscolare)
- IPERTROFIA (stato di allenamento, dimensione delle fibre muscolari)
- FATTORI COSTITUZIONALI ED ENDOCRINI (Tipologia di azione muscolare, Velocità di contrazione, tipo qualità di fibra)
- FATTORI FISICO MECCANICI (angoli, leve, lunghezza muscolo)
- FATTORI METABOLICI (Stato infiammatorio lattato, piruvato etc)
Valori critici per la diagnosi di sarcopenia sono: nell’uomo un valore inferiore a <30 kg, nella donna inferiore a <20 kg.
Nel terzo criterio diagnostico, riduzione della performance fisica, viene considerato l’equilibrio posturale:
- la capacità di mantenersi in posizione eretta per 30 secondi poggiando il peso del corpo su di un solo piede ;
- la velocità del passo (tempo impiegato a percorrere un percorso lineare di 6 m);
- la forza e la resistenza (tempo impiegato a sollevarsi dalla sedia e ritornare nella posizione seduta per cinque volte).
Come si cura sarcopenia?
La cura della sarcopenia è data soprattutto dell’integrazione di specifici nutrienti proteine e dall’aumento dell’attività fisica specifica per questa patologia. In casi rari e gravi c’è necessità di alcuni farmaci come ACE inibitori o antagonisti dei mineral-corticoidi. In casi specifici c’è necessità di terapie ormonali sostitutive come testosterone, GH, DHEA-S.
Sarcopenia terapia: quella più comune è l’integrazione con proteine e vitamina D.
Nel corso dell’invecchiamento, infatti, a cominciare già dai 40 anni esiste uno squilibrio del turnover proteico del muscolo dove la degradazione proteica muscolare è più alta della sintesi. Nei soggetti anziani la sintesi proteica risulta essere minore del 30% rispetto ai soggetti adulti sani, mentre il catabolismo è notevolmente aumentato per la mancanza di attività fisica. La riduzione avviene a carico delle fibre di tipo I e II, ma in particolare quelle di tipo II (a contrazione rapida) ricche di ATPasi. In questo contesto le cellule muscolari perdono progressivamente la sensibilità allo stimolo anabolico cioè alla costruzione muscolare, indotto dall’aminoacido essenziale leucina e dall’ IGF-1 ormone anabolizzante. Avviene cosi il fenomeno della resistenza anabolica. Nella resistenza anabolica a parità di stimolo anabolico la soglia anabolica è aumentata, mentre la risposta anabolica muscolare risulta debole.
In questo contesto dunque è importante l’assunzione di un integratore di proteine nell’anziano.
Quante proteine assumere
Circa 300-600 gr di proteine muscolari sono quotidianamente sintetizzate e degradate nelle 24 h.Il rinnovo del pool delle proteine muscolari del corpo avviene ogni 3-4 mesi. L’assunzione di un pasto contenente proteine determina un aumento del grado di sintesi proteica che rimane alto per oltre 5h con un picco 2-3h dopo l’assunzione.
In un adulto sano, 15-20 gr di proteine o 7,5 gr di aminoacidi essenziali sono sufficienti a stimolare la massimalizzazione del grado di sintesi muscolare proteica. Nell’anziano per ottenere la medesima massimalizzazione è necessaria una quantità di proteine maggiore circa 35 gr.
L’apporto di proteine giornaliero deve essere di almeno 1,25 gr prokg/die tenendo conto comunque della funzionalità renale che si riduce con l’età. Inoltre ci deve essere un adeguato apporto di vitamina D che interviene nel trofismo muscolare, oltre che quello osseo.
Ogni pasto non dovrà avere una soglia minore di proteine di 30 gr contenente 2,5-2,8 gr di leucina. Le proteine assunte devono avere soprattutto un alto valore biologico
Nel giovane adulto è raccomandata una dieta con almeno 1-1,2 g di proteine per kg di peso corporeo.
Nell’anziano, in particolare il sarcopenico, viene raccomandata una dieta con un apporto di proteine di 1,2-1,5 g di proteine per kg di peso corporeo.
Consigliamo l'assunzione di bevande proteiche della ditta Medicarb.
Quali proteine assumere
Gli aminoacidi ramificati in particolare la leucina sono fondamentali per mantenere un tessuto muscolare ed epatico sano. (OMS livelli di assunzione giornaliera: leucina 10mg/prokg, isoleucina 10mg/prokg, valina 10mg/prokg)
Gli aminoacidi ramificati, differentemente da altri aminoacidi, sono metabolizzati solo nel muscolo scheletrico, poiché l’enzima BCAA aminotransferasi non è presente nel fegato (dove sono presenti tutti gli enzimi degli altri aminoacidi in concentrazioni massime)
Il muscolo riesce ad ossidare solo 6 aminoacidi durante l’attività fisica (leucina, isoleucina, valina, asparagina, aspartato, glutammato). Se l’attività fisica è combinata con i pesi la supplementazione di BCCA aumenta il testosterone e riduce il cortisolo creando un ambiente anabolico favorevole.
La supplementazione di BCAA in particolare la leucina se assunta a riposo hanno un effetto anabolico aumentando la sintesi proteica e diminuendo la degradazione delle proteine. L’assunzione di BCCA deve essere 2:1:1 (leucina: isoleucina: valina). Se è presente la leucina, ma vengono a mancare gli atri BCAA la crescita muscolare non si verifica. È consigliabile l’associazione con vitamina B1 e B6.Maggiore è l’assunzione di leucina maggiore sarà il segnale della sintesi proteica.
Si devono assumere almeno 25-30g di proteine per pasto contenenti 2,5-2,8 g di leucina
L’integrazione con proteine del siero del latte idrolizzate con un alto contenuto di leucina massimizzano la sintesi proteica
Quando somministrare le proteine
L’assunzione adeguata è l’assunzione di almeno 30g di proteine per pasto
Integrazione di VITAMINA D
Con l’avanzare dell’età si assiste ad una progressiva diminuzione del recettore della vitamina D (VDR) a livello muscolare che determina una minore risposta delle cellule muscolari alla Vitamina D.
La funzione della vitamina D nel muscolo è:
- Aumento dell’accumulo di calcio nel reticolo sarcoplasmatico sia aumentando il numero dei recettori che legano il calcio sia aumentando l’efficienza dei siti per legare il calcio
- Stimolo del trasporto attraverso le membrane cellulari del fosfato
- Differenziazione e proliferazione cellule muscolari
Una diminuzione della vitamina D influisce sulla sintesi proteica muscolare, con diminuzione delle fibre II e possibile sviluppo della sarcopenia.
Diversi fattori contribuiscono al deterioramento legato all'età della Vitamina D:
- l'esposizione alla luce solare insufficiente,
- scarsa assunzione di vitamina D con gli alimenti,
- aumento della massa grassa
L’apporto di vitamina D, in condizioni di adeguata esposizione ai raggi solari, è dovuto per la maggior parte (80-90%) alla sintesi cutanea di colecalciferolo, mentre la quantità di vitamina D (sia colecalciferolo sia ergocalciferolo) contenuta negli alimenti è pari al 10- 20% ed è del tutto insufficiente, da sola, a coprirne il fabbisogno.
La forza di presa della mano è stata descritta come correlata direttamente alle concentrazioni nel siero di 25-OHD3
Un’integrazione alimentare quotidiana con almeno 400 UI di vitamina D aumenta la forza muscolare scheletrica mediamente del 17%
L’ Istitute of Medicine (IOM) consiglia 200 IU al giorno per gli adulti sopra i 50 anni (5µg), 400 UI al giorno per adulti tra 51 e 70 anni (10 µg), e 600 UI al giorno per coloro che hanno un’età superiore ai 70 anni (15 µg) per poter raggiungere un livello di 25 (OH)D superiore a 50 o 60 nmol/L nei 2/3 degli adulti [Bischoff- Ferrari, H. A , 2010, 2].
La SIMFER raccomanda che gli adulti con un marcato deficit di vitamina D [<10 ng/ml di 25(OH)D] vengano trattati con 50000 UI di vitamina D2 o vitamina D3 una volta a settimana per 8 settimane o con il loro equivalente di 6000 UI/die per 8 settimane, per raggiungere un livello ematico di 25(OH)D superiore a 30 ng/ml, seguito poi da una terapia di mantenimento di 1500-2000 UI/die [Benedetti, M 2014, 45].
Attività fisica
L’attività fisica deve essere di tipo misto. 30 minuti al giorno di attività aerobica al giorno (camminata veloce) e una attività di resistenza 2 o 3 volte a settimana.
Una integrazione di 20g di proteine post WO è auspicabile
Autore
Dr. Roberto Uliano
Sono consulente e scrittore nel campo delle scienze dell'alimentazione presso diverse testate giornalistiche come viveresaniebelli, silhoutte. Nel 2015 sono stato consulente della testata "Bimbi a tavola", rivista di educazione alimentare per i bambini. Sono docente dal 2011 di nutrizione applicata presso la Scuola di Nutrizione Salernitana. Il mio obiettivo è quello di insegnare la nutrizione in pratica.
Opero da anni nel campo dell'obesità, dello sport e di numerose patologie correlate all'alimentazione.